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Balneari: un passo avanti, due indietro


La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza del 20 aprile 2023 (causa C348/22) è intervenuta sull’applicazione della direttiva 2006/123/CE, meglio conosciuta come direttiva “Bolkenstein”. La Corte ha confermato l’effetto diretto dell’art. 12, ribadendo l’obbligo di applicare una procedura concorsuale per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime. Nel caso di specie delle aree balneabili, la Corte non ha, tuttavia, chiarito in maniera adeguata la questione della scarsità delle risorse demaniali.


La Corte di giustizia sulla disapplicabilità delle sanzioni sproporzionate


Con una decisione dell’8 marzo 2022, la Corte di giustizia ha affermato l’effetto diretto del principio di proporzionalità delle sanzioni, in quanto dotato dei necessari requisiti di precisione e incondizionatezza. In virtù del primato del diritto europeo, le autorità nazionali sono chiamate a disapplicare la normativa nazionale contraria a tale principio nella misura necessaria e sufficiente a consentire l’irrogazione di sanzioni che soddisfino il canone della proporzionalità. 


Concessioni balneari: è giunto il tempo per una riforma?


È attualmente all’esame della Commissione Industria del Senato la legge sulla concorrenza. Fra i vari profili interessati c’è quello delle concessioni demaniali marittime e dell’attuazione della direttiva Bolkenstein. Quella delle concessioni balneari è, in Italia, una vexata quaestio che ancora attende una soluzione. Come adeguare l'ordinamento al diritto europeo? Dal dibattito accademico sono di recente emersi interessanti contributi.


The activation of the conditionality mechanism against Hungary: better late than never!


A year and a half after the entry into force of Regulation no. 2092/2020 on democratic conditionality – a period of time in which the European Parliament adopted a series of resolutions and issued an action for failure to act against the Commission for not having yet activated the mechanism – on 27 April 2022, the Guardian of the Treaties instructed the budget holder, Johannes Hahn, to send the formal notification for the instrument’s launch against Hungary.


La promozione dei magistrati in Romania: un tassello dello stato di diritto al vaglio della Corte di giustizia


La disciplina sulla promozione dei giudici in Romania rende i magistrati direttamente dipendenti dai presidenti delle Corti d’Appello. L’autogoverno della magistratura può comportare un uso improprio dei procedimenti disciplinari e una distorsione del sistema di selezione meritocratica. La Corte di giustizia UE è chiamata a valutare l’esistenza di «un sistema di giudici dipendenti nell’ambito di un potere giudiziario indipendente»


Il caso romeno nella dimensione conflittuale dell’integrazione europea


Con la decisione del 22 febbraio scorso, la Corte di Giustizia ha voluto ridefinire in senso centripeto i rapporti con la Corte costituzionale romena, che in una decisione del 2021 si era apertamente rifiutata di conformarsi al Giudice di Lussemburgo in tema di indipendenza della magistratura. Il caso romeno rappresenta un esempio della dimensione conflittuale propria dell’integrazione europea, stretta tra una dinamica di riduzione unitaria e la resistenza degli ordinamenti nazionali alla costruzione di uno spazio pubblico europeo 


The devil lies in the procedural details: the Conditionality Regulation saga


The aim of this short article is to give an overview of the Conditionality Regulation saga, from the emergence of the idea to the potential and long overdue activation of the mechanism after the delivery of the ECJ judgment. I will point out that all the main issues of this years-long struggle concerned primarily procedural questions, while discussions about the actual rule of law infringements taking place in Hungary and Poland took a backseat.


La tormentata vicenda della questione di giurisdizione nella sentenza Randstad Italia


La Corte di giustizia, pronunciandosi sul rinvio pregiudiziale attivato dalla Cassazione con la discussa ord. 19598/2020, ha stabilito che il riparto di giurisdizione previsto dal sistema italiano non vìola il diritto ad una tutela effettiva. Ripercorrere la vicenda consente di riflettere sulle potenziali criticità dell’uso del rinvio pregiudiziale alla CGUE per superare l’interpretazione di disposizioni costituzionali fornita dal giudice delle leggi e risolvere questioni relative ai rapporti tra giurisdizioni nazionali.


La condanna della Polonia al pagamento di un milione di euro al giorno: troppo o troppo poco?


La condanna di uno Stato membro da parte della Corte di giustizia al pagamento di una somma a titolo cautelare è opportuna? La somma decisa dal giudice europeo per la Polonia è effettivamente consistente? Lo scritto considera come la condanna a versare un milione di euro, per non avere la Polonia sospeso le disposizioni che non garantivano l’indipendenza, l’imparzialità e la precostituzione per legge dei giudici, possa risultare meno “audace” di quanto prima facie appaia.


La tutela cautelare della Corte di Giustizia per lo Stato di diritto in Polonia


La preoccupante crisi dello Stato di diritto e l’inefficienza dello strumento politico ex art. 7 TUE atto a difendere la Rule of Law hanno portato le istituzioni europee, e in particolare la Commissione, ad utilizzare tutti gli strumenti a difesa dei valori fondativi dell’Unione, tra cui anche il contenzioso in via cautelare. In questo solco si iscrive l’ordinanza del 27 ottobre 2021 della Vicepresidente della Corte di Giustizia, con la quale la Polonia è stata condannata al pagamento di una penalità di mora di un milione di euro al giorno


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