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Tendenze elettorali in Europa


È obiettivamente temerario a un anno di distanza dalle elezioni europee formulare un’ipotesi accurata sulla composizione della prossima Assemblea, stante l’evidente mobilità degli elettorati e stante anche il fatto che buona parte delle motivazioni di voto in genere sono dovute all’approvazione o al rigetto dei Governi nazionali in carica, alcuni dei quali si insedieranno nei prossimi mesi dopo alcune elezioni politiche molto importanti (Grecia 25 giugno, Spagna 23 luglio, Slovacchia 30 settembre, Polonia ad ottobre).


I paradossi delle “aritmie democratiche” nell’Unione europea: quando a vincere (in Europa) sono gli sconfitti (nelle elezioni nazionali)


La prassi di nominare ai vertici delle istituzioni dell’UE leader politici appena sconfitti nelle elezioni nazionali, pur diffusa in molte organizzazioni internazionali e rispondendo a logiche comprensibili, finisce per minare la legittimazione democratica del sistema politico istituzionale europeo e per accentuare quelle “aritmie democratiche” che costituiscono il vero problema della democrazia europea, nella difficile conciliazione dei cicli e dei ritmi dei suoi molteplici sistemi politici.


Cronaca di una legge elettorale europea annunciata


Ci sono passaggi, in un percorso di integrazione politica, che rappresentano un punto di svolta. Il voto dello scorso 3 maggio durante la seduta plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo potrebbe essere uno di questi. Il Parlamento, infatti, ha approvato una risoluzione sulla proposta di regolamento relativa all’elezione dei suoi membri, prospettando, per la prima volta in concreto, uno spazio politico europeo caratterizzato dalla presenza di una circoscrizione paneuropea.


Verso una legge elettorale europea?


In vista delle elezioni del 2024, il Parlamento europeo torna a ragionare sulla propria composizione e sul suo sistema elettorale, affrontando il tema dell’adozione di una legge elettorale uniforme per tutti gli Stati membri, insieme alla necessità di rinforzare il sistema degli Spitzenkandidaten. I tempi potrebbero essere maturi per un collegio elettorale paneuropeo, con liste transnazionali che diano vita e visibilità a partiti politici UE, strumenti di sintesi di interessi particolari in un contesto sovranazionale.

 


Il PPE, Orban e le famiglie politiche europee: (timidi) passi verso un (necessario) chiarimento


Il 18 marzo 2021, il partito ungherese Fidesz guidato da Orban ha ufficializzato l’intenzione di non mantenere l’appartenenza al Gruppo dei Popolari. L’evento scatenante è stato l’approvazione da parte del gruppo parlamentare di modifiche al regolamento interno volte a consentire la sospensione e l'esclusione non più solo di singoli membri, ma altresì di un’intera delegazione nazionale. La vicenda rileva sotto almeno tre profili che impattano sul ruolo e sul funzionamento di una delle principali istituzioni europee.


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